venerdì 2 ottobre 2015

un GRANDE LOTTOLOGO DOMENICO MANNA nel RICORDO di ANTONIO FIACCO


domewnico manna
"Antò guarda… guarda ‘a cchist’ che razza ‘e ‘nsalata sta cumbinann’…". Il corsivo è d’obbligo perché questa fu una frase che Domenico Manna ci rivolse nel pieno di una delle tante interminabili conversazioni basate sulla Ciclometria che avemmo la fortuna di operare con il grande maestro scomparso. Per chi non masticasse il dialetto partenopeo, la traduzione letterale è la seguente: "Antonio guarda… guarda costui che razza di insalata sta combinando…", dove per insalata si intende un miscuglio di ingredienti senza né capo né coda. Certo, il senso e l’ironia delle espressioni dialettali sono quasi impossibili da tradurre in Lingua, ma in questo caso crediamo sia facile da cogliere. Nel momento in cui concludeva un suo pensiero, o ci esponeva una sua scoperta, era solito chiudere il discorso con frasi di questo tipo, che chiarivano meglio di mille parole come la pensasse su certe cose: "Je me faccio ‘o tarallo accussì cu ‘a matematica pe lle da’ dignità di scienza vera e poi vedo che pe ffa’ ‘a ciclometria basta ca se mettono ‘e nummarielli ‘n croce…". Apriva un giornale qualsiasi e commentava coloritamente le performances degli ormai innumerevoli "scienziati" di Ciclometria che in tanti anni non avevano (e non hanno…) saputo produrre null’altro che reiterate quadrature (i numeri in croce…), oppure disegnini ormai stantii (è incredibile ma sono sempre gli stessi dai tempi di Vitale ad oggi, al di là delle patetiche rivendicazioni di paternità che si leggono in giro), incuranti del progresso scientifico e quindi incapaci di crescere, di saltare su un gradino più elevato, convinti di essere già "arrivati" (ma dove? E a cosa???).
Oggi poi con l’avvento di internet la situazione è, se possibile, addirittura peggiorata. Provate a digitare la parola "ciclometria" su un qualsiasi motore di ricerca e vi renderete conto da soli. Vi risulteranno centinaia, quando non migliaia di riferimenti. Ma la sostanza? Poca (a voler essere generosi!), e gran parte di quella poca è talmente elementare che se apriste un giornale di 30 anni fa ci trovereste le stesse, identiche cose. Poi provate a fare un'altra ricerca, aggiungendo "manna" alla parola ciclometria. Risultato? Una quantità di riferimenti che si contano sulle dita di una mano sì e no, e questo la dice lunga. I giornali poi, non ne parliamo. Ormai totalmente votati all’impero dei numeri telefonici a pagamento (e che pagamento, a dir poco 1,50 € al minuto!), con i lettori continuamente bombardati di titoloni sull’imminente uscita del massimo ritardatario e quindi invogliati a telefonare per sapere "quando" il birbantello vedrà la luce. In tutto questo chi sa qualcosa di Lotto, di Caso e di azzardo (cioè i collaboratori, quelli che consentono a costoro di uscire puntualmente in edicola con il giornale…) che spazio ha per farlo arrivare a quei lettori cui non interessa un fico secco dei vari 166? Potete verificarlo da soli, sfogliate qualcuno dei giornali che vanno per la maggiore dalla prima pagina e a dir poco troverete una quindicina di pagine tra pubblicità varie e tabelle statistiche (la gran parte totalmente inutili ai fini pratici, ma pubblicate solo per aggiungere una pagina in più rispetto al concorrente…) prima di trovare un VERO articolo.
E’ per questo che diciamo che tra i giornali che si editavano 20/30 e più anni fa e quelli di oggi passa letteralmente un abisso di qualità. Dalla storica "la Fortuna" di Napoli al famoso "Calcolo Vincitore" dei f.lli Pasini, passando per il "Corriere dei Giochi" di Giorgio Boschero, per "Lottoroscopo" e per "la Fortuna al Lotto e al Totocalcio" di Bollini-Botti, fino ad arrivare alle 2/3 pagine che "Totocorriere" dedicava al gioco del Lotto negli anni ‘80. Grandi periodici con materiale sempre interessante, che addirittura si facevano pubblicità l’uno con l’altro (alla faccia della concorrenza!), che avevano estremo rispetto per l’intelligenza dei lettori. Addirittura non era raro assistere alla riproduzione di articoli già comparsi da altre parti, con tanto di citazioni (oggi non ci si può neanche azzardare a fare il nome di qualche studioso che scrive da qualche altra parte, pena la censura…). E poi gli autori, letteralmente di un altro pianeta (e forse anche di un’altra galassia), gente che:  quando apriva bocca sapeva perfettamente cosa dire (qualità rara oggi);  che sapeva scrivere (idem);  che conosceva la matematica innanzitutto (come sopra);  che faceva della cultura lottologica VERA (vedi punto precedente).  Citiamo alla rinfusa i vari Manfredonia, Berti, Gorgia, Pittoni, Trivulzio, Fabarri, Boschero, Manna, Vitale, Amena, Tessadri e tanti, tanti altri. Chissà che un giorno qualcuno non decida di andare controcorrente e faccia un giornale che possa far tornare la voglia di leggere e di apprendere, soppiantando quella di "guardare" (sì perché i giornali di oggi chi li compra li guarda e basta…). Noi siamo convinti che anche solo 8/12 pagine basterebbero a fare un giornale con tutti i crismi, e al diavolo una volta per tutte la concorrenza e la sete di ricchezza che sfociano in pagine inutili e specchietti per le allodole.  Antonio FIACCO
ciclometria

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